Lei suona l’arpa nella confusione del mercato.
Giacche appese come gli ultimi impiccati, specchi vecchi che ingoiano pezzi di cielo, una macchina che pare mollata lì da un disperato. E lei suona. Se ne frega.
Sembra che rida, ma forse canta. O forse sputa in faccia al rumore e al puzzo di gente che si trascina tra le bancarelle. Forse sta suonando per un morto. O per un amore andato a puttane. O magari sta solo prendendo per il culo il mondo, le sue regole disordinate, i suoi marciapiedi marci Una che sa che la bellezza non è nelle vetrine, nei selfie smodati. Ma in quelle dita che pizzicano le corde, in mezzo al niente.
Per nessuno. Per tutti.
Marzo 2025