Come ho smesso di amare l’oceano

Come ho smesso di amare l’oceano

Il mare era lì. Sempre presente, quasi scontato.

    Palermo. Panormos. “Tutto porto”. I Greci gli diedero questo nome a un posto che sa di pesce e sudore di sale.

    Il mare l’ho vissuto come una poesia, ma era sempre lì. D’estate, d’inverno come nel fondo di un bicchiere che non finisci mai di bere.

    L’ho vissuto nelle stesse onde, negli stessi scogli, ho scandagliato il suo fondo, ho anche litigato con lui, alle volte sembravamo due ubriachi che lottavano per la supremazia da taverna.

    Poi un giorno mi sono svegliato, e mi sono accorto che ero stanco. Stanco di quel mare, del suo chiacchiericcio sempre uguale, della sua monotonia da vecchio che racconta sempre la stessa storia. Forse era l’età, forse ero io che ero diventato un altro. Forse stavo crescendo. Cominciai a sentire altro. La terra. L’erba bagnata, la montagna che non ti promette niente, non ti illude. Sta lì, silenziosa, e se la calpesti non ti ringrazia né ti manda a a fanculo. 

    La montagna non ha bisogno di te. È questo che mi piace. Non è una meretrice come il mare, che si offre a tutti, turisti e pescatori, ricchi e poveri. La montagna se ne sbatte del tuo stato sociale. Se scivoli e ti spacchi una gamba su una roccia, lei non ti chiederà scusa. È onesta 

    Ormai col mare non ci parlo quasi più. Ci sentiamo qualche volta d’inverno, al limite in autunno, come due persone che, ogni tanto hanno la necessità di sentirsi, per non dimenticarsi. Ci sentiamo quando fa freddo e la gente se ne sta rintanata in casa. Lui è più scuro, più cattivo, e finalmente sembra vero. Il resto dell’anno? Esiste, ma è come un’amante che non vuoi più vederla.

    Oggi, come sempre, sono andato a correre, nel mio adorato parco, sotto un cielo nero, i corvi tra le nuvole sembravano tossicomani in astinenza. Ho pestato l’erba bagnata, ho sentito la pioggia schizzare via sotto le scarpe. Ho corso, sorridendo e mentre lo facevo, guardavo la montagna alle spalle di Palermo, lei mi guardava, impassibile. Davanti a me, il mare non c’era. O forse c’era, ma io ormai non lo vedo più. 

Marzo 2025