Si dice che sia asociale, burbero, perché non m’importa di divertirmi a tutti i costi. Non provo alcuna gioia per i compleanni, per le ricorrenze, né per le feste in generale, soprattutto quelle comandate come Natale, Capodanno, Pasqua e frattaglie simili. Amo la solitudine, e preferisco di gran lunga stare da solo, concedendo qualche rara eccezione soltanto a me stesso.
Ci vuole coraggio per amare la solitudine; non è una cosa da tutti. La mia visione del mondo è crudele perché cerco sempre la verità.
Non mi piacciono i selfie, sanno di carne falsa e non amo Mondello, e preferisco di gran lunga gli scogli appuntiti, piuttosto che ritrovarmi accanto a balene spiaggiate e maleodoranti.
Amo la notte, perché è il momento in cui posso combattere a viso aperto con le mie debolezze e dialogare con i miei demoni. Mi piace ascoltare gli altri e le loro storie – quante verità dicono e non se ne rendono conto -, ma non sopporto coloro che sbandierano sciocchezze gratuite. Non tollero le menti ristrette, quelle che hanno il cervello da piramide rovesciata, che osservano il mondo con una visione limitata, incapaci di fantasia. Mi fanno pena. Bisogna avere il coraggio di interagire con il mondo, qualunque esso sia.
Conservavo gelosamente i ricordi, perché mi servono e odio i luoghi comuni. Amo le persone sincere, che sono molto rare, coloro che non hanno sovrastrutture, e credo che la vita debba essere vissuta principalmente attraverso le emozioni che siano belle o brutte.
Sono riluttante a prestare libri, amo i silenzi che pochi sanno ascoltare, e preferisco gli animali alle persone, perché in loro trovo sincerità e di quell’amore incondizionato. Metto al primo posto la dignità che per me è fondamentale, e appezzo l’intelligenza degli altri più del loro aspetto, che sia positiva che negativa. Odio profondamente le banalità, ma questo lo avevo già detto.
Per tutto questo, e per molte altre ragioni, si dice che sia asociale. E io, di essere asociale, sono orgoglioso.