E poi ci sono quelle mattine, quelle brutte mattine che ti colpiscono prima ancora che il sonno se ne sia andato, quando meno te l’aspetti. Ti tagliano la luce addosso, dritte negli occhi che luccicano di nulla.
Ci sono cose che non hanno mai dimenticato nulla, le panchine sempre vuote, un fratello che non è mai nato, o è andato via troppo presto, vite marce e facce che non sorridono.
Cose che respirano ancora, ma sanno già di loculi, di buchi sacri come bambini appena nati.
Tu eri lì, gonfio di fame ai bordi della panchina, la faccia rugosa e ubriaca da una vita. Ho guardato quelle mani, pugnalate forse da troppi sbagli, l’offesa di una tenerezza mai avuta e rigagnoli di vetro negli occhi.
Sarà anche questa la bellezza? O solo un altro schifo?
Maggio 2016 – 2025