“Suono” (parolona) perché mi piace. Da sempre.
Non ascolto accademici, professori o quei dogmi che cercano di mettere la musica in una scatola e mortificarla, di renderla perfetta, quindi morta. Io suono per sentire il cuore che batte, per sentirmi bene. Do ascolto solo al mio orecchio e alla mia anima. Perché la musica non è una formula matematica, è un fiume che scorre, è come un vento mediterraneo che ti porta via e ti brucia dentro. Spesso senza ritorno.
A volte sbaglio (spesso). Altre volte le note non cadono come vorrei. Ma non importa. Perché, in fondo, non è la perfezione che conta, ma l’errore.
È il sentimento è il fatto di suonare come se fosse l’ultima volta, come se dovessi vivere il mio ultimo giorno su questa terra.
E poi, chissà, forse è solo un modo per sopravvivere e in tal senso io ho scelto la musica, anche se a volte fa male. Anche se a volte ti lascia a terra, con le dita doloranti e un cuore ancora più vuoto. Ma è un bel morire.
Marzo 2025