In merito al Ferragosto

In merito al Ferragosto

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Il Ferragosto sta per giungere al termine.

Un carnevale in costume da bagno: un giorno in cui ci si maschera da gente felice, (nemmeno sanno che cazzo è la felicità) con la faccia lucida di sudore salmastro e l’alito di birra e vino caldo, per far finta che la vita sia una sagra eterna.

La verità – secondo me – è che, quando il ” baccanale agostaro” finisce, restano solo le lattine vuote e il silenzio scomodo della routine che li aspetta al varco, come fanno i cani affamati in attesa del pasto dopo un giorno che non mangiano.

Ho sempre nella testa – ormai da troppi anni – l’idea di prendere un aereo di notte senza sapere dove atterrare, nessuna destinazione predefinita… quella la chiamo libertà.

Il Nord Europa, il buio che dura mesi, il freddo che ti spacca la pelle ma nel contempo ti pulisce e fortifica l’anima, la solitudine come unico rumore. Sarebbe un reset, o come si diceva, un “format /c:” , un “Final Cut”, ua sorta di disintossicazione dal frastuono umano che ti arriva addosso anche quando stai zitto.

Poi, se proprio devo tornare, torno. Ma con un po’ di ghiaccio dentro, di quello che non si scioglie e ti protegge dalla puzza del mondo.

In culo al mondo.

@G.L. agosto 2025