Di quella panchina che non esiste

Di quella panchina che non esiste

Sono seduto.              
Ma non c’è panchina.
Eppure sono seduto.

Le mani… non le sento.
Forse non ci sono.
O forse sono troppe.

Aspetto.
Non so chi.
O forse lui è già qui
e non lo vedo
perché è seduto su di me.

Ogni tanto sento un passo.
O forse era il mio.
Ma non mi sono mai mosso.

C’è un orologio che batte.
Non ha lancette.
Segna sempre la stessa ora.

Adesso ho fame.
Ma il tozzo di pane mi guarda male.
Il pane sa cose di me
che io non so.

Se me ne vado…
arriverà.
Se resto…
forse sono già andato.

Il vento mi parla,
ma non in una lingua che conosco.
Solo in rumore.

Aspetto.
Anche se potrei essere già morto.
Ma morto di chi?

Mi accendo una marlboro.
La fiamma è fredda.
E brucia.

@G.L. 2024