Catene

Catene

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Erano invisibili, quei giorni.
Non li vedevi arrivare, ma li sentivi addosso… come un falco che ti gira sopra la testa, aspettando il momento giusto per colpirti..

Io quella notte mi sono calato dalla grata della finestra ovale.
Le mani gelate sul ferro.
La strada là sotto, buia.
Una luce sporca che bastava per non farmi vedere… ma non per farmi sentire vivo.

Catene.
Catene dappertutto.
Non solo ai polsi.
Dentro la bocca, negli occhi, nei pensieri.
Catene nei visi spenti, illuminati da candele morte da anni.

Le stanze puzzavano di muffa e di silenzio.
Gli angoli… bruciavano.
Non di fuoco, no.
Di dolore.
Dolore di ragazzi che non avevano più niente da dire, e neanche da sperare.

Sono andato via. Sono scappato. Ho camminato verso la pianura, coperta da un sudario di promesse marcite.
Lì il petto non respirava più.
Lì i cuori battevano piano… per non farsi scoprire.

Ho preso i sentieri già battuti.
Caccia senza cani.
Caccia senza prede.

E poi… basta.
Non sono più tornato.
E se devo dirtela tutta… non ho mai avuto voglia di farlo.

@G.L. 2020