Il pianoforte e la scrittura.
Le uniche ragioni per cui resto.
Le dita affondano nei tasti come radici nella terra.
Ogni nota un battito che non controllo.
Ogni parola, un colpo sparato al vuoto.
Non suono per gli altri.
Non scrivo per piacere.
Lo faccio per non crollare.
Il pianoforte non tradisce.
La pagina non mente.
Il mio caos lo trasformano in qualcosa che respira.
Forse sono folle a pregare una scatola di legno e un foglio bianco.
Ma quando le dita toccano i tasti,
quando la penna scava sulla carta,
so che è questo il mio destino:
consumarmi,
divorato dalla musica e dalle parole.
E quando io non ci sarò,
resteranno loro.
Pure.
Eterne.
Al posto mio.
@G.L. luglio 2025