Una vita oltre

Al momento stai visualizzando Una vita oltre

Dicono che sia freddo. Distante. 

Che ho un brutto carattere. Che sono difficile. 

Sarà vero. 

Ma provateci voi a restare caldi, dopo una vita passata a bruciare carbone per tenere acceso il braciere. 

Non sono distaccato. Io analizzo. Sempre.

Osservo, studio, divoro con gli occhi. La mia curiosità alle volte mi porta oltre il limite.

È un’abitudine che mi porto dietro da sempre, da quando ho capito che chi parla troppo è perché non sa nulla, e chi ascolta troppo è perché vuole sapere tutto. E’ curioso.

Io appartengo alla seconda categoria. 

E sì, è il mio carattere, che ci posso fare, teste di cazzo? 

Se incontro qualcuno che stuzzica quel neurone superstite – sì, ormai è rimasto solo quello, ma è affilato come una lametta – allora parlo. 

Mi apro. 

Mi infilo nel dialogo come un serpente nella sua nuova tana: curioso, spietato, affamato di scoprire. 

Non invado. Mai. 

E non tollero invasioni di alcun tipo.

Ho costruito il mio spazio come una fortezza, e chi entra deve bussare più volte. 

Se provi a sfondare, io chiudo. 

Vado in ansia. 

E l’ansia, per me, è un campo minato. 

Ho avuto tante donne. Storie fugaci, amori sbagliati, avventure nate e morte in una notte. 

Alcune mi hanno lasciato, altre le ho scaricate io. Malamente.

Ma solo una è rimasta, come un tatuaggio sotto pelle che non va via neanche col bisturi. 

Lei non era solo sesso. Era oltre. 

E io ho sempre cercato l’oltre in ogni cosa. Ho sempre cercato di superare le barriere di ogni tipo.

Il limite non mi è mai bastato. 

Mi sento come un bambino dentro, sempre alla ricerca della presa elettrica da toccare con le dita bagnate. 

Mi muove la curiosità, mi scava l’inquietudine, mi fotte la sperimentazione. 

Non ho mai digerito le regole imposte.  Le ho seguite solo se avevano senso. Se costruivano qualcosa. 

Altrimenti, col cazzo. 

Rivoluzionario? Forse. 

Bastardo? Sicuro. 

E questa mia indole da figlio di puttana pensante mi ha creato non pochi problemi: 

– Nel lavoro, dove ho sempre dato l’anima, ma col coltello tra i denti. 

– Nella vita, dove ho amato male e mi sono fatto amare peggio. 

Sono aperto a tutto, sì. 

Ma dentro un confine preciso. Il mio. 

E se lo superi senza permesso, io mi chiudo. 

Mi spengo. 

Mi incazzo. 

Perché sotto questa scorza c’è una psiche fragile, satura, carica come un temporale a luglio.  Qualcuno mi disse: “ sei un romantico che ha fatto a pugni con la vita”. Ed aveva ragione.

Io non sono uno per tutti. 

E francamente, non mi interessa esserlo. 

Chi ha occhi buoni, qualcosa in me lo trova. 

Chi cerca solo compagnia… beh, c’è sempre la taverna per affogare. 

    @G.L. 2022