Io sono stato, e sarò sempre, un ribelle.
Nel pensiero.
Ho sempre cercato di guardare oltre le cose,
oltre le convenzioni, oltre tutte le maschere
che ci cuciamo addosso
per sopravvivere ogni giorno al giudizio degli altri.
Ho sempre cercato di disertare le finzioni
e le facce educate, finché ho potuto.
Ne va della mia sopravvivenza interiore.
Perché questa società (almeno per me)
è una grande illusione, tossica:
ti consola mentre ti addormenta,
ti coccola mentre ti spegne.
Andare oltre dobbiamo sentirlo come urgenza,
non come un vago desiderio.
È necessario.
Perché solo andando oltre
possiamo smontare le gabbie mentali
e le prigioni culturali
che ogni giorno ci sbattono in gola,
tra una pubblicità e un consiglio non richiesto.
@Luglio 2024