Mia moglie dice che sono uno “spirito libero”.
E ci mancherebbe altro!
Non ho mai avuto padroni. Non mi piacciono le gabbie. A meno che non le scelga io.
E anche lì, le tengo d’occhio, controllo le sbarre, cerco sempre una via di fuga… stile Alcatraz.
Mi sveglio all’alba. Corro.
Parlo con me stesso, o al massimo con qualche cane randagio.
Poi mi siedo al pianoforte e cerco una nota che non esiste.
Poi ripesco qualche vecchio racconto, lo limo, lo riscrivo, lo butto via.
E intanto faccio altre mille cose, ma sempre con la finestra della gabbia aperta.
Ho sempre predicato il distacco emotivo per amare di più.
Poi mi fumo due pacchetti di sigarette al giorno. 10 pillole e il diabete sotto controllo e penso alla prossima foto in bianco e nero da fare.
Ogni tanto mando a fanculo qualcuno, o magari me stesso.
Sì, sono libero.
Ma anche profondamente legato.
Alla bellezza, quella non patetica che sa tanto di banalità ma, all’inquietudine. Ai fantasmi. Ai ricordi che non mi mollano. Alla musica. Ai miei silenzi. A tutto ciò che mi scuote il pensiero critico.
Sono uno spirito libero. Ma con lo zaino pieno di pietre. Tante pietre.
Perché essere liberi non vuol dire non avere pesi.
Vuol dire scegliere di portarli, anche se fanno male.
Perché ti ricordano chi cazzo sei.
In culo al mondo.
Giugno 2025