riflessioni
Cerco sempre qualcosa. Cosa? Non lo so.
È un’ombra dentro un’altra ombra, una nuvola di fumo che mi segue da quando ho memoria di me. A volte è un ronzio nelle orecchie, altre volte si infila nei miei sogni sempre in bianco e nero: donne che appaiono e svaniscono, nessuna delle quali riconosco. Forse sono io che non voglio riconoscerle. O forse sono solo fantasmi di vite che non ho vissuto, o forse sì, e me le sono bevute d’un fiato.
Questa ricerca è sempre una domanda senza risposta, un romanzo che non scriverò mai, una pentatonica di jazz stonata che però, per qualche istante, mi fa sentire meno solo. Io cerco. Sempre. Non mi basta l’orizzonte, non mi basta il mare piatto che agli altri va bene. A me no. Io voglio il marcio sotto la vernice, il sangue asciugato dal sole sui muri, le risate dopo la fine del mondo.
Le storie d’amore? Le lascio agli ebeti, ai cretini, a quelli che ancora credono nei cioccolatini e nelle rose rosse. Io voglio la verità, anche se fa male. Voglio la sconfitta, l’ubriacatura che non ti lascia il giorno dopo, la bellezza che puzza di sudore e sigarette.
E poi ricomincio. Perché è tutto quello che so fare. Perché il mulino bianco mi fa vomitare.
E domani? Domani ricomincerò a cercare. Fino a quando non avrò svuotato l’ultima goccia della mia anima o finché la luce non mi avrà accecato del tutto.
Giugno 2025