Un lume acceso nella notte. Non trema, non teme.
Il vento trattiene i suoi singhiozzi, non arriva mai.
Sono solo.
Tra il buio e una guerra che non ha bisogno di nomi.
Il sonno non viene.
Penso a una meridiana, vista anni fa in una chiesa barocca.
C’era un cranio d’argento, color rosa.
Lì, il tempo sembrava restare fermo, come i morti.
C’è una crepa nel muro.
Mia madre è lontana, continua a cucinare dolori.
Non indosso nulla, se non i pensieri di quel giorno.
Gli scalini da scendere o da salire.
Non mi va.
Poi la tosse, secca.
Un pianto muto, giù, nella cripta di una chiesa abbandonata.
I preti non mi sono mai piaciuti.
Odorano di zolfo e d’autorità.
Ho vissuto con loro per tre anni.
Ho visto abbastanza.
C’è un’immagine che torna, fissa:
un prete accovacciato ai piedi di una suora di clausura.
I suoi pugni erano chiusi.
Non c’era introspezione, né vergogna.
Solo il gesto.
Sacro, forse. O solo umano.
G.L. dicembre 2023 – gennaio 2024