Notti scure, quelle che incantano l’anima, no? Ebbene sì, si può dire che la notte prenda vita, vibrante come un jazz intimo e avvolgente. Uno spazio erogeno si apre tra le mani e le labbra, un vortice lento e languido, una gravità che trascina i sensi verso altre dimensioni. È quasi come se la notte si trasformasse in materia sospesa, una galassia liquida che trapela tra lenzuola di seta per poi posarsi in attesa.
Mi chiedo: che cosa può scatenare questa notte? Forse un ciclone, forse uno che danza dolcemente, spostando ogni sentimento in un luogo differente. E c’è lui, l’uomo con la cravatta rossa un po’ buffo, direi, seduto di tre quarti. Le sue dita scivolano con frenesia sui tasti bianchi e neri: un quattro quarti sincopato che rimbalza nell’aria.
Il contrabbasso! Sembra brontolare tra un battito e l’altro, strizzando gli occhi di fronte alla passione di un tempo che fu. La sala, quasi deserta, è rischiarata da luci soffuse, sparse in modo disordinato, proprio come le note jazz che ondeggiano nell’aria, intrise di quel sapore antico: calze a rete e Jack Daniels invecchiato.
Ed io? Io sto seduto qui, a questo tavolo a scacchi, con un bicchiere di Jack invecchiato tra le dita di una mano, l’altra avvolta nel fumo della solita Camel. Erano secoli che non bevevo così, ma questa notte è diversa. Questa notte è speciale. Voglio annegare nel silenzio con questo whisky, far sì che l’allegria finta senta la disperazione di un’anima malata di sorrisi fasulli.
E nel frattempo, l’uomo con la cravatta rossa continua a suonare. Le sue dita danzano impazzite su quella tastiera. Il contrabbasso, eterno compagno, fatica a seguirlo, quasi fosse in lotta con le note, con il ricordo di un passato ardente. Un sassofonista si unisce al coro: il suo strumento risponde al basso fretless, e insieme strappano il whisky dalle tavole, trascinandosi addosso tutta la malinconia e la tristezza di una New Orleans che non c’è più.
Ma questa notte sembra toccata da un destino crudele. Mi trovo qui, con il fumo della Camel che mi avvolge il volto, un vizio antico che disegna un rituale profondo. La cenere brucia lentamente, quasi a sfidare il limite delle dita, s’intreccia con il retrogusto aspro del whisky. E la mente… la mente va a quella donna.
06 aprile 2024