Eccoci qui, l’ultimo atto di questa grande farsa.
Oggi si strappano via gli ultimi pezzi di carne, le costole fanno ancora male, e quel sorriso, se ne è andato da tempo, perso in qualche angolo sporco della vita.
Già da giorni, ogni parola è un lamento, ogni gesto sembra un crimine. Ma dobbiamo resistere. “Ci vogliono così.”
Allora giù il vomito, ingoia pure il cibo che ti soffoca. È un altro teatro, un’altra replica. L’ultima. Domani, come sempre, torneremo a far finta di niente.
Le luci tremano ancora, non vogliono spegnersi. Lo sanno: dopo c’è il buio, la solitudine, il nulla fino al prossimo giro. Un bambino scivola su una perla caduta, mentre una donna si arrampica sui suoi egoismi, stringendo montagne d’orgoglio.
Un prete fuori dalla chiesa, ultimo bicchiere in mano, troppe confessioni per una sola notte, quanti peccatori. E poi la solita prostituta: ha gli occhi gonfi e il cuore pieno, l’ha regalato alla luna e adesso sorride, ferita ma felice.
C’è una melodia stonata che si annoda tra i capelli. Un pianista venuto da chissà dove, suona tra la nebbia e un vecchio blues. Qualcuno affonda le dita in un barattolo di miele, qualcun altro balla da solo in una piazza vuota, sporca, libera solo per chi non ha più nulla da perdere.
Due in monopattino si fermano e si baciano, fermano anche il tempo, un istante rubato, come un mare calmo che non finisce mai. Da lontano, lenti arazzi di lacrime salutano chi non tornerà più, o almeno lo spera.
Un vecchio con la barba bianca è accovacciato sotto coperte stracciate e intrise di piscio, nascosto tra i fumi di una città che l’ha dimenticato. Sguardi che si incrociano senza sapere perché, corpi che si prendono senza dire niente. Baci rapidi, mani incerte.
C’è un cane che cerca compagnia, un vecchio che si guarda in una vetrina sporca e si pettina. Un ultimo petalo cade e nessuno lo raccoglie. Il silenzio di un parco chiuso, mentre le gambe malferme inseguono ricordi che non torneranno.
C’è chi corre senza meta, chi insegue un nuovo sogno. Una minigonna di seta nera della notte appena trascorsa, passi eleganti, un tulipano rosso nel taschino. Occhi vuoti.
Asfalti lavati, parole mai dette trascinate dal vento. Fogli accartocciati con nomi che non significano più nulla. Una barba lunga che nasconde troppo.
Il giorno sbiadisce, impolverato, e scivola via come tutto il resto. Un eterno fluire incorniciato in un solo attimo e quel pianista piange a ritmo di blues.
Buon Capodanno, se ci credi ancora.
dicembre 2024