La mia strada è stata sempre asfaltata
di domande lasciate a metà,
o di verità che volano via
come bicchieri di carta al vento.
Ho camminato tanto, scarpe rotte
ma la mente sempre aperta,
curioso come un cane che lecca
la merda sul marciapiede.
Non m’importa dove arriverò,
perché so che alla fine c’è solo un buco
con un nome sbagliato.
Parlate di diversità? una buffonata galattica,
la gente è uguale dappertutto:
sa di puzza, mente e muore.
Ma ogni tanto, tra un bicchiere,
un mendicante,una puttana al buio,
trovo qualcuno che vale la pena ascoltare,
qualcuno che strilla la sua verità.
Il viaggio è sempre una scusa, lo so,
una bugia che ci raccontiamo spesso
per non ammettere che siamo solo topi
in fuga dal gatto di turno.
Ma se devo correre,
almeno scelgo la mia direzione:
verso il nulla, ma con stile.
E quando la notte mi prende alle spalle,
quando le luci si spengono,
mi va di sedermi sul bordo del marciapiede,
accendo l’ultima sigaretta
e rido di me stesso.
perché alla fine,
l’unica verità che conta
è che non ne ho trovata mai nessuna.
Non m’importa dove arriverò,
perché so che alla fine c’è solo un buco
con un nome sbagliato.
E va bene così. Diceva qualcuno.
2025