Non è banale ma i cani si incontrano spesso nei parchi, sotto un sole sbiadito, come se anche il tempo avesse perso la sua consistenza.

     I volti degli uomini sono ombre smorzate, come fantasmi di un’esistenza che si ripete senza motivo. Abitiamo sempre l’ennesimo giorno, come fossimo attori in una rappresentazione senza pubblico, recitando gesti vuoti in un mondo che non chiede altro che la nostra presenza. Eppure, in questa ripetizione infinita, trovo una strana bellezza: la consapevolezza che, anche senza senso, continuiamo a camminare, a respirare, a esistere. Forse è proprio questa resistenza, questa ostinazione nel dover vivere per forza, a rendere questa assurdità sopportabile.

Febbraio 2025