Il posto dove finiscono le cose

Il posto dove finiscono le cose

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C’è sempre un posto dove finiscono le cose.
I pensieri strani, i silenzi volati via senza un perché. I piedi sui frammenti di vetro: hai provato a camminarci sopra, eppure non ti sei fatto male. Avresti voluto sentire dolore, ma lui non ha voluto.

    C’è sempre un posto dove finiscono gli abbracci che non ti sei mai dato, quelli che ti tolgono il sonno o che hai gettato via come spazzatura in fondo al mare.

    C’è sempre un posto dove finiscono le lacrime: forse sotto ai piedi, o negli specchi d’acqua prosciugati nei campi abbandonati, dove le nuvole anticipano i tuoi passi e spicchi di sabbia sembrano souvenir di cicloni innamorati.

    C’è sempre un posto dove le tue ragioni si sono perse tra le ombre, tra scorte di luoghi spenti e camere da letto abbandonate in fretta, prima che sorga il sole. Erano pacchi sorpresa, bombe inesplose, dove i mostri alloggiavano negli ombelichi roventi.

    C’è sempre un posto dove i fermo-immagine erano sempre un lungomare notturno, dove cercavo di tenere l’anima al caldo. Magari dentro un cofanetto rosso, che puntualmente affidavo al mare con impeto, sperando di dimenticare. Poi mi riversavo sui polsi, forse accanto a un mendicante, a raccontarci di come la notte non abbia mai paura della guerra.

    C’è sempre un luogo dove le belle parole smettono di farsi sentire, l’istinto tace, i precipizi non attraggono più, la diffidenza si dissolve, e il profumo delle fodere delle giacche è solo un ricordo. Lì nasce un giardino, ma nulla è più solido, nulla a cui aggrapparsi. Tutto sembra provvisorio, il gioco si interrompe, e persino l’autunno è una stagione che dura troppo poco.

    C’è un luogo dove i cadaveri si riprendono l’anima, si mordono le dita, si moltiplicano, e tu non sai come scacciarli. Muori a ogni istante, anche mentre cerchi le dolci labbra d’aprile e le chiavi di una coscienza svanita. Aspetti sempre quel dolore che arriva puntuale, ma non ferisce.
C’è sempre un luogo dove finiscono le sale d’attesa.

Febbraio 2025